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Aifi, l’Italia diventa attrattiva per il private capital: 16,9 miliardi di euro raccolti nel 2021

C’è fermento in Italia per quanto riguarda il private capital. E a testimoniarlo non sono tanto i 16.9 miliardi di euro investiti nel nostro Paese da private equity, venture capital, infrastrutture e private debt nel corso del 2021, quanto la crescita esponenziale fatta registrare negli ultimi dieci anni: nel 2012 i finanziamenti si fermavano infatti a 3.2 miliardi di euro e, in una decade, l’Italia è il Paese, tra i principali in Europa, che ha visto crescere maggiormente gli investimenti privati, più del Regno Unito, della Francia, della Germania, della Spagna e in generale della media continentale. Numeri che non ci permettono ancora di raggiungere questi Paesi nella mole di investimenti attratti, ma che dimostrano come l’Italia stia diventando una meta molto ambita.

Tra Regno Unito e Italia

Questi sono dunque i risultati evidenziati dallo studio di Aifi (Associazione italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), presentato nella mattinata di mercoledì 13 giugno a Londra insieme a Cassa Depositi e Prestiti e a Borsa Italiana. Ci ha pensato l’ambasciatore dell’Italia nel Regno Unito, Raffaele Trombetta, a spiegare la connessione tra i due Paesi: «Il Regno Unito, nonostante le incertezze della Brexit, continua a mantenere una certa attrattività sui mercati finanziari ed è la ragione per cui il sistema Italia in generale vuole promuovere sé stesso come un Paese in cui investire – dice –. Il Regno Unito è uno dei nostri principali partner e il nostro intento è quello di continuare a lavorare assieme, anche sul fronte economico».
Ma quali possono essere i motivi per i quali investire in Italia? Secondo Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi, il nostro Paese per il momento sta reggendo meglio di altri alle difficoltà internazionali e, soprattutto, sta cambiando pelle: «Le previsioni per il 2022 sono relativamente buone, migliori rispetto a qualche mese fa: l’aumento del Pil dovrebbe essere tra il 2,5 e il 2,9%, anche se gli effetti dell’inflazione si faranno sentire di più nei prossimi mesi – spiega Cipolletta –. Siamo però ancora molto forti in tanti settori industriali: non solo nel fashion e nel food, ma anche nell’automotive, nella manifattura e nella farmacautica. Inoltre, si sta verificando una trasformazione della nostra industria negli ultimi mesi e il Next Generation EU sarà un ottimo strumento per migliorare la nostra economia».

Il ruolo di Cdp e di Borsa

Secondo Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, chi pensa che pubblico e privato siano concorrenti nel mercato degli investimenti si sbaglia: «Noi dobbiamo guardare a privato e pubblico come a una continuazione della stessa macchina: se una parte non lavora il sistema non funziona, e la stessa Cdp è un ponte tra questi due mondi – dice il presidente di Cdp –. Noi vogliamo migliorare lo sviluppo del mercato dei capitali, che in Italia sta crescendo molto: infatti, i numeri dei venture capital nel 2021 sono esplosi e sono destinati a crescere anche nel 2022 e questa è la dimostrazione che l’Italia è un Paese interessante in cui investire e fare business». Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia il pensiero di Fabrizio Testa, ceo di Borsa Italiana, secondo cui il private capital non entra in contrasto con i mercati finanziari: «Personalmente non vedo venture capital e private equity in competizione con quello che facciamo noi – racconta –. Molti imprenditori stanno iniziando a guardare alla Borsa come a un passo importante per crescere, ma ho trovato che ci sono diverse opportunità per crescere, anche al di fuori dei confini nazionali».

Il trend

Per quanto riguarda i numeri, infine, il report di Aifi mostra come sia proprio il mercato internazionale a trainare i capitali privati: «Dei 16,9 miliardi investiti nel nostro Paese nel 2021, poco più di 13 miliardi provengono dall’estero, il resto dall’Italia – illustra Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi –. Il nostro mercato sta dunque attirando player internazionali e, seppur rimanga ancora un contesto di modeste dimensioni, sta diventando molto attrattivo, soprattutto per gli investimenti esteri».

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